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Prevenzione: non abbassare la guardia

La pandemia da Covid 19 ha provocato di fatto il crollo delle visite di prevenzione oncologica, un prezzo altissimo che sta portando alla gestione tardiva di patologie il cui decorso è fortemente condizionato da una diagnosi precoce.

Durante la pandemia da Covid 19, infatti,  le  malattie oncologiche non sono andate “in ferie”;  uno studio europeo ha  rilevato un ritardo di oltre 6 mesi nell’esecuzione di screening per “un calo di attenzione” verso la prevenzione in senso generale; la conseguenza sarà un rischio di aumento della mortalità per tumori di circa il 10% tra 5 anni.  

Sotto i riflettori c’è quindi l’oncologia, in quanto è venuta a mancare la prevenzione, come conquista scientifica degli ultimi decenni e tale da abbattere la mortalità da tumori, resi appunto grazie alla prevenzione, radicalmente curabili.

La paura del contagio, la criticità gestionale che ha colpito tante strutture sanitarie insieme a una riluttanza degli utenti in buona salute a sottoporsi a visita, hanno impattato negativamente sulla prevenzione a tutti i livelli. Oggi è il momento di reagire, tant’è che anche molte strutture private si stanno adoperando sia mediante i media sia dedicando spazi “ad hoc”, per fare informazione sull’importanza  che le visite preventive possono avere.

Sottoporsi a controlli urologici periodici è importante già a partire dai 40-45 anni. Come risulta da una indagine eseguita dalla Società Italiana di Urologia (SIU), 9 maschi su 10 si sottopongono a un controllo solo quando siano già affetti da una patologia più o meno grave, a differenza dalle donne che si sottopongono regolarmente ai controlli ginecologici. I controlli urologici periodici (ogni 2 anni almeno in assenza di sintomi), non solo consentono la diagnosi precoce di malattie benigne ( calcolosi urinaria, patologie della giunzione pieloureterale con disfunzione dei reni etc), ma specialmente di malattie maligne (tumori renali e surrenalici, tumori della vescica e, nel maschio, tumori della prostata e del testicolo).

Sintomi che rendono imperativa la visita urologica, sono:

  • disturbi della minzione
  • sangue nell’urina
  • algie in sede renale

Da non sottovalutare, ai fini di un approfondimento urologico, il dosaggio del PSA nei maschi sopra i 50 anni, l’abuso di fumo, la  familiarità etc

In conclusione, la visita di prevenzione urologica, che prevede una attenta anamnesi, un approfondito esame obiettivo insieme alla valutazione di esami di primo livello, è dedicare a se stessi un piccolo lasso di tempo che può “cambiare la vita”, risolvendo rapidamente e precocemente una malattia fino ad allora insospettabile.

Sottoporsi a una visita di prevenzione urologica è un imperativo che deve nascere dal riconoscimento che la salute è un valore; è per questo che bisogna ascoltare il proprio Medico di fiducia e seguire i suoi consigli.