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Una nuova tecnica per interventi di prostata che evita i problemi del passato

Durante il Congresso della Società Italiana di Urodinamica, che si terrà dal 4 al 6 dicembre, la dottoressa Alessandra Ambu dell’Urologia dell’ASL TO3 presenterà una nuova tecnica che consente una ottimale continenza nei pazienti sottoposti a intervento per cancro di prostata, fin dalla rimozione del catetere. L’incontinenza urinaria è infatti una temuta complicanza che può verificarsi, indipendentemente dalla tecnica operatoria usata, dopo la asportazione della prostata, con grave impatto sulla qualità di vita.

È da tener presente che oggi la diagnosi di tumore di prostata, grazie alla RMN e alla biopsia mirata eseguita con tecnica fusion (che eseguiamo di routine all’ospedale di Pinerolo), avviene sempre più in fasi iniziali e in pazienti “giovani” ed è specie in questa tipologia di pazienti che la continenza assume una particolare importanza. Il gruppo di Urologia della ASL TO3 sotto la guida del dottor Maurizio Bellina ha ideato quindi una metodica che ricostituisce il supporto legamentoso che sostiene l’uretra dopo la rimozione della prostata.

I risultati sono stati molto brillanti, con l’85% di continenza perfetta a sole 48 ore dopo la rimozione del catetere vescicale in circa 50 pazienti operati. Tale tecnica viene attualmente eseguita presso l’Urologia della ASL TO3, è stata denominata FAST (fascial anastomosis suspension technique), ed è stata già presentata con successo in prestigiosi congressi internazionali.

Articolo da Come & Dove