Lo stesso sistema permetterà il dialogo tra il ricoverato e i suoi familiari
Operazione su paziente Covid positivo all’ospedale di Rivoli. Un uomo di 65 anni in isolamento a casa è stato operato dai dottori Maurizio Bellina e Stefano Guercio, con il supporto dell’Anestesista M. Grio. «Non potevamo aspettare oltre – spiega Bellina -, l’uomo aveva un grave carcinoma alla vescica». E questa mattina, venerdì 17 aprile, è iniziata l’operazione che è terminata intorno alle 15. «Ovviamente, per tutto il tempo siamo stati bardati come nel reparto Covid – afferma – Per visitare successivamente il paziente, questa sarebbe una condizione piuttosto complessa sarebbe complessa».
Come in telemedicina
La novità di questo intervento sta nella fase successiva. Alle 16, infatti, il paziente è stato trasferito in una stanza dove c’è un impianto di telemedicina con telecamera ad alta definizione, microfoni e altoparlanti. In modo che i medici di Urologia possano visitare il malato senza avvicinarsi e rischiare contagi. E nel contempo infermieri della Rianimazione seguiranno le indicazioni dei medici che visionano al sicuro da una stanza al quinto piano. «Un sistema che abbiamo già utilizzato in telemedicina – precisa Guercio -, quando facciamo operazioni alla prostata e dimettiamo il paziente che poi viene seguito a casa da personale infermieristico, che attua sul posto le indicazioni del medico, che senza allontanarsi dall’ospedale visita il malato».
I familiari
La stessa telecamera permette ai familiari del paziente di poter “star vicino” a quest’ultimo. «Attenzione alla salute sicuramente, ma anche rispetto e cura dei sentimenti – sostiene Flavio Boraso, direttore dell’Asl To3 -. Con questo sistema evitiamo pericoli inutili ai medici, che possono visitare senza doversi esporre al rischio contagio, e nel contempo diamo modo ai parenti e al malato di potersi vedere e rincuorare e rassicurare l’un l’altro: perché in certe occasioni basta poco, anche solo uno sguardo per andare avanti con più serenità verso la guarigione».
di Patrizio Romano La Stampa Torino 17 aprile 2020
